Fabrizio Cece insignito del riconoscimento “Civis, Pater ac Pontifex Ubalde”
Fra la prima e la seconda parte del concerto della Canonizzazione, come nelle precedenti edizioni, la Famiglia dei Santubaldari ha consegnato il premio “Civis, Pater, ac Pontifex Ubalde”, che costituisce particolare riconoscimento ad un personaggio eugubino, storico, scrittore, ricercatore, che si è particolarmente contraddistinto per studi su Sant’Ubaldo.
Quest’anno lo speciale riconoscimento é stato attribuito a Fabrizio Cece, ricercatore d’archivio.
Imponente è la mole degli articoli e dei saggi da lui pubblicati, dedicati alla figura di Sant’Ubaldo.
Vi sono contributi che vertono sulla letteratura e sull’agiografia ubaldiana, come Una vita di Sant’Ubaldo composta da Contarina Ubaldini Gabrielli nel XVI secolo (2002, con Patrizia Biscarini).
Ma anche e soprattutto ricerche documentarie su eventi relativi al culto ubaldiano in Gubbio: citiamo, ad esempio, la dispensa Le reliquie di Sant’Ubaldo (2002) e gli articoli La fede in S. Ubaldo (2009), I giubilei ubaldiani (2010), Gli esorcismi a Sant’Ubaldo (2013).
Altri articoli riguardano il culto di Sant’Ubaldo fuori di Gubbio: Origini della devozione di Civitella del Tronto per Sant’Ubaldo … (1999); Legami Sant’Ubaldo-Corsica, nuovi elementi (2003).
Altri articoli ancora sono incentrati su edifici e monumenti dedicati al Santo Patrono: Un documento sulla fonte di S. Ubaldo (1989); Riparazioni al chiostro di Sant’Ubaldo nel 1875 (2004); L’edicola e la statua di Sant’Ubaldo in corso Garibaldi (1994; con Paolo Ghirelli e Ettore Sannipoli).
Oppure le ricerche riguardano dipinti relativi all’iconografia ubaldiana: Il Quadro Miracoloso di S. Ubaldo (1992); Sulla committenza del Sant’Ubaldo di B. Nucciin Duomo (2002); Sant’Ubaldo esorcista e Lucrezia Bufalini Dal Monte (2013, con Ettore Sannipoli).
La ragione del premio va ricercata proprio negli scopi, nelle finalità dell’attività della Famiglia dei Santubaldari.
Uno degli scopi fondamentali dello statuto del Sodalizio, di fatto operativo sin dai primi anni ’60, lo scopo primario e più importante, è infatti la salvaguardia, l’attuazione e la corretta trasmissione alle giovani generazioni dei valori e dei principi ubaldiani, o, in altri termini, dell’insegnamento di Sant’Ubaldo.