Scomparso Piero de Mommo, grande santubaldaro e organizzatore della corsa

“Prego giovanotti accomodatevi”. Così, in una mattina di primavera di qualche anno fa, ci accolse nella veranda di casa sua, nel borgo di Sant’Agostino, Giampiero Battistelli, meglio noto a Gubbio come “Piero de Mommo”. Con queste parole, affettuose e sincere, e con gli occhi bramosi e lucidi di chi sta per raccontare una bella storia, fatta di passione, amore, amicizia… La sua storia sotto la stanga del Cero di Sant’Ubaldo. “Il Cero si prende con lo spirito altrimenti può portarlo meglio una foglia che un uomo grande e grosso che non se lo senta dentro”. Iniziò proprio così quella lunga e coinvolgente chiacchierata con uno dei ceraioli più veraci ed appassionati che la città di Gubbio abbia mai avuto, Presidente della Famiglia dal 1971 al 1974 nonché abile ed esperto sarto. Fu un giorno speciale, di quelli destinati a rimanere nella mente e nel cuore, grazie ai suoi racconti infatti è stato possibile vivere idealmente un 15 maggio diverso, il 15 maggio di un tempo, quello in cui erano il rispetto per le persone, per il Cero e per il Patrono a caratterizzare la nostra amata Festa. Ci disse che la sua camicia gialla l’aveva riposta ormai in un cassetto, non aveva più bisogno di metterla poiché la portava sempre nel cuore. Ma per la sua ultima “corsa” ha voluto indossarla ancora, perché in realtà non poteva proprio separarsene e la mostrerà fiero ed orgoglioso agli Angeli adesso che ci guarda da lassù… Vogliamo ricordare questo grande ceraiolo pubblicando quella bella chiacchierata, fatta nel maggio del 2011, che è e rimarrà sempre attuale per tutti gli eugubini…

E’ una mattina di fine aprile, la primavera è già ceraiola, e la pietra del borgo di Sant’Agostino profuma di storia… “Prego giovanotti accomodatevi” è il saluto sincero che ci accoglie, dietro di noi intanto si chiude la porta del tempo… Qualche gradino, la veranda, il riflesso delle vetrate della chiesa, pochi attimi e ci sediamo insieme a “Piero de Mommo”, al secolo Giampiero Battistelli, santubaldaro verace che per tanti anni ha rappresentato un vero e proprio punto di riferimento per tutti i ceraioli. Gli chiediamo di raccontare il “suo” Cero, gli occhi si illuminano e per un attimo tutto si ferma, persino la brezza di questa gradevole mattinata. La sua camicia gialla è riposta ormai in un cassetto, ma Piero non ha bisogno di indossarla, la porta nel cuore… “Il Cero si prende con lo spirito – ci dice subito Piero aprendo la sua mano – può portarlo meglio una foglia che un uomo grande e grosso che non se lo senta dentro”… “Oggi invece, purtroppo, questo spirito sembra venire meno, insieme al rispetto per le persone, per i Ceri e per il Patrono. E’ un peccato vedere persone che pensano soltanto alle fotografie o ai filmati, certi valori si stanno perdendo”. Piero ci racconta allora come si viveva il 15 maggio quando dava la “spallata” con la muta della “Statua”, a San Martino, in via XX Settembre e sul monte: “Avevamo uno spirito di condivisione diverso. Un anno sul ‘muraglione’ all’altezza della seconda ‘Cappelluccia’ eravamo solo in cinque, allora siamo stati aiutati da alcuni ceraioli che invece di andare a prendere il Cero più avanti si sono fermati con noi: non ‘ce facevano’ tutti, ma chi sulla testa chi su un braccio, abbiamo preso la stanga lo stesso facendo in modo che si ‘andasse su’. A me poi è capitato di andare sia sotto San Giorgio che sotto Sant’Antonio, per aiutare delle mute in difficoltà dopo un cambio: c’era la propensione spontanea ad aiutare gli altri, cosa che purtroppo oggi sembra venire meno”. Un velo di tristezza copre il volto di Piero quando gli chiediamo delle nuove generazioni ceraiole: “Oggi i giovani non sanno nemmeno chi sono i ceraioli anziani… ‘Snobbano’ il Cero mezzano e vogliono fare i ‘grandi’ con il Cero grande, perché purtroppo c’è tanta ambizione personale. Manca il rispetto, e questa situazione è tale perché nel tempo si è un po’ persa la figura del capodieci come punto di riferimento anche negli anni successivi al lancio della brocca. Figure ad esempio come Fabio Barbetti, Omero Migliarini e Vittorio Baldelli, hanno rappresentato delle vere e proprie guide nel corso di tanti anni, oggi invece c’è soltanto una spietata ‘campagna elettorale’ per arrivare alla brocca”… Scuote la testa Piero, e continua dicendo che “la situazione è degenerata. Il capodieci infatti dovrebbe essere eletto con un applauso. Inoltre, ai nostri tempi si festeggiava con una fetta di ‘ciambelotto’ e un bicchiere di vino, oggi invece per alzare il Cero ci vogliono tanti soldi e non credo che sia questo lo spirito della festa”. Il ‘portone’ della Basilica è un’altra questione che divide: “E’ sempre stata chiusa e su questo c’è poco da dire, però penso che il Cero di Sant’Ubaldo dovrebbe aprire e fare gli inchini insieme a San Giorgio e Sant’Antonio prima di ‘scavijare’, nel nome della fratellanza che sta alla base della festa”. La mente poi ritorna agli anni della gioventù: “Eravamo all’altezza del Vescovado e San Giorgio era ‘dentro’. Comunque entriamo, facciamo il pezzo e quando esco vedo un sangiorgiaro uscire da sotto Sant’Ubaldo: mi avvicino e gli dico ‘Bravo, e grazie’ pensando che fosse entrato per evitare una caduta, invece lui mi risponde, sorridendo, ‘Sta zitto che ho sbajato stanga!’ e ci mettemmo a ridere insieme. Questo era lo spirito che animava la festa, ed è a questo che si deve tornare se si vogliono mantenere i veri valori del 15 maggio. Sono sicuro che se noi eugubini facessimo le analisi ‘ben bene’ scopriremmo che tutti abbiamo un pezzetto di Cero nel sangue, ma senza il rispetto quel pezzetto muore e con il tempo svanisce”. Poi chiediamo a Piero come vive adesso il 15 maggio, e in un attimo, con uno sguardo, ci sentiamo trasportati insieme a lui sotto la stanga… Piero fa un respiro profondo, in un momento rivive le gioie delle “spallate” sulla Statua, dei giorni in cui insieme a ‘Baldo’ Burocchi andava ‘a fa ji omi pe ‘l Cero’, della allegra stanchezza dopo la corsa, della parola di incoraggiamento detta ad un amico… Le labbra non riescono a parlare, lo fa il cuore attraverso una piccola lacrima che scende dagli occhi, e mai un silenzio è stato tanto eloquente e commovente… Questo è il 15 maggio di Piero.

Linda Pierotti